Ieri è iniziato Sanremo, quindi come non parlare della prima serata del festival della musica italiana?
Per quei pochi che non avessero visto la puntata, si calcola che più di 10,9 milioni di persone (media in calo rispetto al 2013) abbiano visto la prima serata del festival, si è partiti con il botto. Sipario che non si alza e protesta di due operai che minacciano di lanciarsi nella platea del teatro Ariston. Fazio come Baudo? Non proprio, il presentatore genovese mantiene il suo aplomb, convincendo i due “disperati”, che dichiarano di non ricevere lo stipendio da ben 16 mesi, a rientrare e finalmente si può dare inizio alla gara canora.
Prima però c’è da fare un doveroso tributo a Fabrizio De Andrè, ieri il cantautore genovese avrebbe compiuto 74 anni, Fazio affida questo arduo compito al maestro Pagani e a Luciano Ligabue. Per quanto riguarda Pagani nulla da dire, ma sul secondo meglio lasciar stare, personalmente non mi è piaciuta la sua esibizione, seppur difficile (ha cantato “creuza de ma”), ma sono gusti.
Comincia l’esibizione canora, le regole sono le stesse dell’anno scorso, i cantanti si esibiranno con due canzoni e poi una giuria di giornalisti e il televoto da casa deciderà quale canzone continuerà il percorso al festival.
I primi venticinque-trenta minuti sono una noia mortale: si esibiscono in ordine di apparizione Arisa, Frankie hi-nrg  e Antonella Ruggero. Le canzoni non sono molto entusiasmanti anzi conciliano il sonno del sottoscritto.
Personalmente mi sono piaciute molto le canzoni di Raphal Gualazzi e Bloody Beetroots, i quali hanno portato una ventata di aria fresca nella noia iniziale del festival oltre alle canzoni di Cristiano De Andrè (penso che alla fine vincerà lui con la sua “il cielo è vuoto” ma è solo il mio pronostico, bisogna attendere le esibizione dei restanti sette “big” per avere un quadro completo del tutto).
La serata si avvia verso la fine con “I Pertubazione” gruppo, secondo i miei gusti, carino ma col cantato simil Neffa, che dà quel senso di già sentito che ti annoia un po’.
C’è tempo per addormentarsi di nuovo quando salgono sul palco prima Letitia Casta e poi Raffaella Carrà, ma mi risveglio subito quando Fazio annuncia Yusuf Cat Stevens: la sua presenza sul palco è quasi ipnotica, ti tiene incollato al “tubo catodico”; è la prima volta che lo vedo in tv, ricordo che Yusuf (questo è il nome che ha preso dopo essersi convertito all’Islam) si ritira dalle scene nel lontano 1978 per ritornare solo nel 2006. Concede al pubblico italiano solo tre pezzi, tra i più belli del suo immenso repertorio.
In termini di share, la presenza di Cat Stevens sul palco dell’Ariston alle ore 23,58 ha fatto registrare il 55,36% di share, il picco più alto della serata insieme alla lettera a Sanremo letta in apertura della puntata dalla Litizzetto.
Poi Fazio fa l’errore, per il sottoscritto, di annunciare Giusy Ferreri e decido di addormentarmi  con le note di Peace Train pezzo storico di Stevens  ancora nella mente.
Canzoni che hanno superato la prima serata:

Controvento: Arisa

Pedala: Frankie hi-nrg

Da Lontano: Antonella Ruggero

Liberi o no: Raphal Gualazzi e Bloody Beetroots

Il cielo è vuoto: Cristiano De Andrè

L’unica: Perturbazione

Ti porto a cena con me: Giusy Ferreri

https://www.youtube.com/watch?v=Q4ytDubIxC0

 

Roberto Catapano