Io sono Peppa Pig,
lui è il mio fratellino George
Lei è Mamma Pig e lui è Papà Pig…
È oramai questa la vocina che riecheggia nelle case degli italiani ed anche in gran parte del mondo.
La famosa maialina, che va in onda tutti i giorni sui canali per i bambini, è diventata un vero e proprio tormentone.
Di lei si sente parlare ovunque: giornali, radio, per strada e non so a quanti di voi sia capitato di sentire anche il camioncino che gira per i quartieri per promuove la vendita dei suoi gadget.
Ma cerchiamo di capire meglio come sia nato questo fenomeno e come mai abbia riscosso un così grande successo in poco tempo.
Peppa pig è il nome di un cartone animato di origine britannica, prodotto da Astley Baker Davies, distribuito nel 2004 e giunto in Italia nel 2010.
La protagonista è questa maialina di 4 anni che vive in un paesino dell’Inghilterra, circondata da parenti ed amici; infatti troviamo: il fratellino George; la madre, Mamma Pig; il padre, Papà Pig ed anche i nonni, Nonno Pig e Nonna Pig. Partecipano alle sue diverse avventure tanti amici di altre specie animali: Susy Pecora, Rebecca Coniglio, Danny Cane, Pedro Pony, Emily Elefante e così via. Già dall’attribuzione dei nomi si evince una caratteristica molto particolare, infatti, in inglese, ogni iniziale del nome corrisponde a quella della specie animale.
Le avventure di Peppa e della sua famiglia ed amici, rispecchiano episodi di pura quotidianità, come andare all’asilo, fare delle gite nel bosco o partecipare a qualche festa di compleanno. Le puntate hanno una durata di 5 min e 5 secondi, dove si raccontano le avventure di questa maialina un po’ pasticciona a cui piace tantissimo saltare nelle pozzanghere insieme alla sua famiglia.
Alle volte, nelle puntate, si possono presentare dei problemi da risolvere, come la scomparsa del dinosauro di George, il suo pupazzo preferito; o Papà Pig che perde la strada per aver letto la cartina al contrario; alla fine però, ogni problema viene risolto e tutti gli animali rotolano, per terra, a pancia all’aria dalle risate.
Compresa la storia di Peppa Pig, cerchiamo di capire cosa la rende così speciale.
Abbiamo detto che le storie riportano episodi di quotidianità, le immagini sono molto semplici, nessun 3D, le montagne sono arrotondate e le macchine che le percorrono salgono in verticale; i colori non sono sfumati e non ci sono avventure in mondi fatati o altro.
Allora cosa rende così speciale questo cartone?
La semplicità. È proprio questa la chiave del successo. I disegni piatti ed i colori altrettanto piatti e decisi, così come i dialoghi semplici, danno al bambino un senso di sicurezza e tranquillità.
La chiave di lettura è che linee e colori rispecchiano i canoni del bambino ed i disegni riportati dal cartone si avvicinano ai disegni tipici dell’infanzia (ad esempio le casette sono esattamente come le farebbe un bambino). Ciò gli restituisce un senso di sicurezza e tranquillità, in quanto quello che riscontra è che ogni cosa che vede è molto vicino alla sua realtà e questo lo coinvolge maggiormente.
Il cartone, inoltre, trasmette aspetti di positività ed allegria, questo si evince dalla gioia che la famiglia manifesta, dai momenti di solidarietà, dagli insegnamenti sul rispetto degli altri e dalla buona educazione.
Ciò che il cartone riesce a far trasparire, oltre alla semplicità e serenità, sono aspetti educativi che possono essere incisivi sullo sviluppo cognitivo ed emotivo del bambino.
Analizzando il cartone, quello che risalta è che i diversi animali, amici di Peppa Pig, sono animali diversi tra loro. L’intento dell’autore è quello di far comprendere che non ci sono differenze di razza, in una società multietnica come la nostra, quello che si comunica è che ogni “razza animale” ha le sue caratteristiche, un proprio habitat, un cibo preferito o un gioco preferito, come saltare nel fango per tutta la famiglia Pig, ma nonostante ciò molte esperienze possono essere condivise tra le diverse razze.
Se avete avuto modo di osservare un bambino mentre guarda Peppa Pig, avrete potuto notare che ha la tendenza a sorridere. Questa è un’altra caratteristiche che rende particolare questo cartone. I personaggi hanno la tendenza a sorridere sempre, a ridere di gusto alla fine di ogni puntata e per giunta tutti insieme dopo aver fatto un “pasticcio”, come a ridere dopo aver ritrovato un oggetto scomparso. In sintesi, quello che traspare è la serenità, la gioia ed i visi sorridenti che comunicano anche il valore della solidarietà, infatti un problema non lo si risolve mai da soli. Viene inviato, quindi, il messaggio e la disponibilità dell’aiutare l’altro ed infatti anche l’unione della famiglia viene sottolineata dagli autori.
La famiglia, sempre unita, va a fare una scampagnata nel bosco, insieme si va alle feste, insieme si cena, si raccontano le favole e si fanno tanti giochi. Quello che un bambino percepisce è l’unione del nucleo familiare come punto saldo per poter fare tante cose, in primis risolvere un problema.
Questi aspetti credo abbiano contribuito a rendere Peppa Pig il cartone più seguito dai bambini, ed anche dai loro genitori. I dati che si possono trovare su internet, ci dicono che più di 600 mila bambini, al giorno, guardano Peppa Pig e questi non si fermano a rilevare solo le puntate che vengono trasmesse, si parla di 3 milioni di copie di libri, da 1 a 4 milioni di visite per le puntate che si trovano su YouTube, ed oggi possiamo trovare in commercio zaini, pastelli, maglie, sciarpe e le famosissime galosce per saltare nelle pozzanghere, proprio come la protagonista.
È quindi, questa, una mania che credo non si arresti per il momento. Una conferma arriva anche dal grande successo che lo stesso cartone ha riscosso al cinema e a teatro, la sua mascotte è richiestissima per feste di compleanno e per strada, ora che è carnevale, potrete vedere anche alcuni bambini travestiti da Peppa Pig.
Non tutti, però, condividono “ il fenomeno Peppa Pig”, come gli animalisti dell’Aidaa, che hanno lanciato una protesta, in cui invitano i genitori a spegnere la tv quando viene mandato in onda il cartone. Gli animalisti fanno appello al fatto che il cartone non rappresenta minimamente la realtà degli animali. I maialini felici, secondo loro, esistono solo nella loro fantasia e non credono sia giusto far vedere solo un lato della medaglia, è importante che i bambini sappiano a quali violenze debbano sottostare maiali, mucche, oche, conigli ecc.
Spero che questi pensieri divergenti non vadano ad incidere sul bambino, sul piacere di vedere un cartone che possa suscitare delle emozioni positive e che possa concedere loro un momento di serenità e tranquillità. Basterà diventare grandi per apprendere la vera realtà sul mondo dei maiali e purtroppo tante altre realtà che fanno parte della nostra vita, con cui prima o poi tutti ci dobbiamo confrontare.
Quello che penso è che sognare non ha mai fatto male a nessuno, prima si credeva agli unicorni, a Babbo Natale e alla fatina dei denti, oggi si crede che i maiali indossino delle galosce per saltare nel fango; ben venga così, tanto a un bambino non fa differenza. Un bambino lo sa che i maiali non vanno a scuola, che non indossano scarpe e che non vanno in gita a visitare dei castelli. A loro importa poter vivere l’emozione che in quel momento quella storia gli sta trasmettendo, poter saltare nelle pozzanghere per sentirsi liberi e spensierati proprio come Peppa.
Si lasci ad ognuno la libertà di credere in quello che vuole e ad un bambino di amare una maialina che, anche se per noi adulti è un po’ banale, per loro è fonte di gioia ed ispirazione.
Anna Angrisani
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