Oggi avrei dovuto scrivere la seconda parte della mia avventura, perché così l’ho vissuta, in un paese splendido come le Filippine e raccontare aneddotti divertenti. Ma la situazione attuale non me lo permette. Mentre scrivo infatti, da pochi giorni (11 per l’esattezza), si è abbattuto sul paese il tifone Haynan, il più violento mai registrato nelle Filippine e probabilmente una delle più forti tempeste mai osservate, con venti che hanno superato i 300 km orari. Si è abbattuto nella provincia di Leyte, nel centro delle Filippine: fra le città più colpite Tacloban, il capoluogo, che ha subito distruzioni pari all’80% e Samar, piccola isola in cui sono circa trecento i morti accertati e oltre 2000 dispersi. Fortunatamente, anche se mi vergogno ad usare questo termine data la situazione, la zona colpita è lontana da dove risiedono i famigliari e gli amici della mia fidanzata, a parte un po’ di parenti che stanno tutti bene nonostante abbiano perso tutto. Il dramma vero di questa situazione, infatti, non sono solo la morte, il dolore e le sofferenze fisiche e mentali, ma anche i danni materiali. Sembra brutto dirlo ma purtroppo è la verità; vedere quelle immagini drammatiche alla tv, su internet, leggere articoli e altro fa male e ancor di più sentir dire: “sono viva ma domani?” questo rende l’idea della situazione, dove tutto è distrutto, case, ogni tipo di edificio e non vi sono più servizi, né lavoro perché semplicemente c’è il nulla e chi ne subisce maggiormente le conseguenze sono i più deboli (anziani, bambini e adolescenti); si calcola che i minori coinvolti da questo disastro siano oltre 1,5 milioni su un totale di circa 4 milioni abbondanti, 1 milione circa le famiglie coinvolte.
Io sto qui nella mia casa, calda e accogliente, seduto di fronte al pc a pensare, a immaginarmi la scena… senza parole.
Vorrei poterli aiutare in qualche modo, l’unica cosa che posso fare è parlarne e sperare di sensibilizzare e convincere le persone che possono a donare un aiuto; serve di tutto (cibo, acqua, soldi) e molti già si sono attivati: la Caritas, diverse diocesi in tutta italia, la Croce Rossa italiana solo per citarne alcuni. Il popolo filippino, per quanto riguarda la mia esperienza, è molto accogliente nei confronti delle persone, e molto disponibile generalmente; difatti, durante il tempo trascorso nelle Filippine non mi sono sentito mai una sola volta a disagio, tutti quelli che ho conosciuto ed ho incontrato sono stati gentili e simpatici; certamente la mia era una situazione particolare, essendo andato in vacanza con la mia fidanzata che è filippina, ma solitamente mi è parso che abbiano molto rispetto verso gli altri, molta educazione, in particolare verso gli anziani; sono più semplici e diretti nei rapporti interpersonali; tutto questo unito alla bellezza dei posti visitati mi ha fatto innamorare a prima vista di questo paese.
Posso solo aggiungere che conoscendo un po’ la comunità filippina di Roma se ne può apprezzare l’unione e l’attaccamento, oltre all’amore verso la propria patria, un senso di orgoglio che non sempre è facile riscontrare di questi tempi, e un’educazione e una serietà non comuni che ha fatto si che i filippini siano tra i più richiesti per i lavori domestici e simili, dove la fiducia nelle persone è fondamentale, come chiunque può immaginare (non è facile mettere nelle mani di uno sconosciuto un bambino o un anziano o la propria casa).
Altro non saprei dire, solo spero di tornare in questo paese appena ne avrò la possibilità.
http://www.youtube.com/watch?v=05Ro5aCiPQ0 questo è uno dei tanti video che testimoniano la forza del tifone.
Giacomo Santamaria
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