Ci sono alcuni momenti nella vita che lasciano segni indelebili e che sarebbe bello rivivere, ma, giustamente, sono unici e irripetibili per le sensazioni che ci danno, anche se magari sono gesti, azioni o altre cose che verranno ripetute.
Quest’ultima estate ho avuto la fortuna di assaporare tali sensazioni durante un viaggio che ho fatto nelle Filippine, paese meraviglioso per le persone che ho incontrato e i luoghi che ho visitato. Mi sono avvicinato a questo mondo (perché è un’altro mondo, per mentalità, abitudini e tante altre cose) e devo dire che non mi ha deluso.
Qualche lettore potrebbe chiedersi perché io abbia deciso di fare un simile viaggio. La decisione è giunta dopo un paio di anni ma non in modo casuale né solo, come si potrebbe pensare, perché sono fidanzato con una ragazza filippina; una delle cose che mi ha fatto decidere è stata la curiosità, la volontà che ho sempre avuto, fin da piccolo, di conoscere posti e culture diverse dalla mia, e consiglio vivamente di fare un viaggio all’estero a chi ne abbia le possibilità, perché arricchisce dentro e se si ha la fortuna di fare gli incontri giusti, vedere dei bei posti o comunque divertirsi lascia ricordi indelebili. Confrontarsi con qualcosa che è lontano dalla nostra quotidianità può far apprezzare meglio quello che ci circonda, ci può rendere più consapevoli di tante cose; o almeno è quello che è successo a me. Da come ne ho parlato finora sembra che il mio viaggio sia stato tutto rose è fiori ma purtroppo non è stato così; non per causa mia o di chi ho incontrato o di cosa ho visto, ma semplicemente per il fatto che agosto e settembre, questo è il periodo in cui sono stato lì, sono i mesi più piovosi.
A maggio, quando ho iniziato a pensare di partire, mi ero infatti subito posto il problema del quando: la mia fidanzata sarebbe voluta andare a dicembre, o meglio ancora a marzo, perché sono chiuse le scuole ed è estate, ma non era possibile a causa delle ferie impossibili da spostare. Quindi agosto è stata una scelta obbligata e dolorosa, per modo di dire: a parte il costo del biglietto, quest’anno, oltre alle classiche piogge, non c’è stato solo un tifone, come solitamente accade, ma ben due! E questo ci ha precluso la possibilità di visitare molti posti.
Il disagio maggiore c’è stato il giorno della partenza da Dubai, il 19 agosto: siamo stati due giorni ospiti della sorella, perché all’arrivo a Manila, la capitale, si è scatenato l’inferno, eravamo stati avvertiti e avevamo visto tramite internet che sarebbe arrivata la pioggia, ma non pensavamo di tali proporzioni; basti pensare che per atterrare ci abbiamo messo mezz’ora e il ritardo è stato di quasi 45 minuti. Il peggio doveva però ancora arrivare. Una volta atterrati e dopo aver fatto le foto appena usciti dall’aereo e preso i bagagli, ci siamo resi conto che era impossibile uscire o anche solo allontanarsi dall’aeroporto: infatti la pioggia battente che c’era da diverse ore aveva allagato parte della città, ma anche del paese, e reso molto difficoltosi gli spostamenti; molti negozi del duty free erano di conseguenza chiusi e non c’erano taxi o alberghi disponibili nelle vicinanze. Terribile. Inoltre il fratello della mia ragazza doveva venire a prenderci ma era bloccato; non avevamo cibo né potevamo cambiare i soldi. Chiederete: come avete fatto a sopravvivere? La fortuna ci ha aiutati. La fortuna di avere circa 800 peso, avanzati dal viaggio precedente effettuato da Carol, la mia fidanzata. Abbiamo così potuto comprare una scheda telefonica per chiamare a casa e al fratello, e comprare un po’ di riso e carnei da un impiegato dell’aeroporto (credo ufficio informazioni) che per arrotondare lo stipendio si portava il cibo da casa e lo vendeva.
Alla prossima puntata!
Giacomo Santamaria
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