Tutti gli individui, in quanto tali, possiedono un valore ed una dignità e devono essere loro riconosciuti diritti uguali ed inalienabili perché membri della famiglia umana.
Questo è quanto afferma la “Dichiarazione Universale dei Diritti dell’uomo” varata dall’assemblea delle Nazioni Unite, nel 1948.
Non è perciò con intento a sfondo politico che porto alla vostra attenzione questo racconto di Georges de Canino, bensì credendo sia giusto sensibilizzare i giovani su un argomento estremamente delicato: il senso umanitario.
In questo libro, de Canino, ci racconta la vita di Giovanni Palatucci, un ufficiale italiano vissuto nel periodo del fascismo e che è riuscito in un’impresa morale assai ardua: tracciare una linea sottile tra il funzionario fedele allo stato e l’uomo che reagisce ad una terribile situazione di sopraffazione. Egli cercò, con il poco potere che aveva, di aiutare numerosi perseguitati – religiosi, politici e quant’altro – a salvarsi, pagando la sua resistenza con la vita.
Palatucci parlava, pregava e lottava contro la cattiveria ed il male, qualunque forma essi assumessero; perché “la persecuzione antisemita non è un delitto contro una parte dell’umanità o una minoranza, è l’odio dell’uomo contro l’uomo”.
Questo lo rendeva diverso dagli altri: la sua vocazione alla fratellanza e al sacrificio estremo, nella lotta per la liberazione.
Come lo stesso autore tiene a specificare, ha voluto destinare questo racconto ad un pubblico di giovani lettori, attenti e disponibili ad affrontare un viaggio nella memoria, affinché Palatucci rappresenti un esempio di eroismo per le nuove generazioni, nonché la testimonianza di una profonda umanità e civiltà.
L’autore ci illustra il difficile compito di raccontare la vita di un uomo, nel rispetto della verità e dell’obiettività – nonostante l’argomento lo tocchi personalmente – trasmettendo “sul filo della memoria le emozioni delle voci dei testimoni, facendo storia e poesia”.
Il linguaggio, onestamente, non è dei più semplici e la lettura non è esattamente immediata, a causa degli argomenti delicati di cui tratta; ma le immagini che accompagnano il lettore nella storia, realizzate dallo stesso scrittore, ci aiutano a comprenderne meglio il significato, tramite le emozioni che de Canino riesce a suscitare grazie alla sua grande sensibilità.
Credo sia un libro che valga davvero la pena di leggere, in onore dell’autonomia intellettuale, emotiva ed umana.

 

Silvia Sacchetti

 

 

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