Martino è un bambino come tutti gli altri… e perciò davvero speciale. Ogni mattina, appena sveglio, si ritrova catapultato in un mondo parallelo fantastico e avventuroso. Ma qual’è questo mondo immaginario? Quello che lo spinge tutti i giorni all’impresa di salvare la Regina Madre e la Principessina Ludovica dal perfido drago Otis… o quello che lo vede scendere le scale del suo palazzo e giungere all’ingresso, in ritardo per la scuola?
Tutti quando ci alziamo la mattina, restiamo mezzi addormentati per un po’, prima di riuscire a carburare nel modo giusto… o almeno quasi tutti. E per Martino, quel momento di grande fatica, si trasforma nell’avventura che da sempre ogni bambino sogna di vivere: diventa un valoroso cavaliere, il cavalier Martin della Bisaccia.
Il temibile drago Otis rapisce sua madre, la regina, e la principessa sua sorella, per nasconderle nella sua pericolosa caverna. Naturalmente il cavaliere Martin si precipiterà in loro soccorso, affrontando nel suo cammino numerose difficoltà.
In questo racconto visione fantastica e realtà quotidiana sono mescolate così bene che non risulta immediato capire cosa stia effettivamente succedendo. Per esempio, Martin si sveglia nella sua stanza dell’alta torre e, prima di intraprendere il suo viaggio avventuroso, scende in cucina a fare colazione – perché naturalmente un prode cavaliere deve fare scorta delle giuste energie per poter affrontare una missione così pericolosa – e si prepara una bella tazza di latte con i cereali al cioccolato. Ma… dico io… quale cavaliere, in qualsiasi storia sia stata narrata, ha mai mangiato i cereali a cioccolato per colazione?
La storia prosegue tutta su questa linea, in cui tra le ambientazioni ed i personaggi fantastici spuntano ogni tanto elementi della realtà quotidiana. Gli stessi condomini di Martino diventano i protagonisti di questa avventura, assumendo le sembianze di mostri, avversari e alleati frutto dell’immaginazione: c’è la bella e seducente vicina dirimpettaia (l’ammaliatrice sirena Verdiana); la famiglia con i gemelli monelli (i Troll dispettosi); la vecchina gentile a cui piacciono i bambini buoni (la strega mangiabambini); la casalinga più pulita del palazzo e la sua figlioletta capricciosa (le fate del bosco); e l’inquilino del primo piano, un ingegnere molto distratto (il mago combina guai).
E come in tutte le storie fantastiche che si rispettino, non possono mancare oggetti magici che corrono in soccorso del nostro cavaliere, aiutandolo ad uscire dai guai. Dai… chi di noi non ha mai sognato di possedere un qualche oggetto magico in grado di fare cose straordinarie!
Il linguaggio di Alessandro Marcigliano, l’autore, è intriso di un’ironia molto sottile, avvalorata da termini volutamente impronunciabili e perciò veramente ridicoli che i bambini senza dubbio adorano. In più, le scene, i luoghi e i personaggi, vividamente descritti e per questo facili da immaginare, sono enfatizzati dalle colorate illustrazioni di Claudia Venturini, che aiutano la comprensione del testo trasportando il lettore direttamente nel racconto, ma soprattutto evidenziano quelle che sono le buffe caratteristiche dei vari personaggi, rendendo la lettura ancora più divertente.
Silvia Sacchetti
Grazie!
Grazie a lei! Mi sono davvero divertita a leggere la sua storia… e io ho trent’anni!